Chiesa di Gesù Buon Pastore

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Diocesi di Torino ( sec. XX )

Via Matilde Serao, 30 10141 Torino

La costruzione della chiesa ha inizio nel 1958 con la realizzazione della cripta secondo il progetto dell'architetto Mario Dellamora e dell'ingegnere Ezio Gaudina, mentre la struttura principale è edificata tra il 1962 ed il 1965, e consacrata il 30 ottobre 1966 dal cardinale Michele Pellegrino.
La facciata è caratterizzata da un ampio arco strombato che incornicia la scalinata di accesso, il portale centrale e i due laterali. Nella strombatura sono presenti aperture verticali rettangolari con vetrate.
L’interno presenta una navata centrale ad aula rettangolare: la parete destra è demarcata da contrafforti con interposte finestre policrome (12 vetrate a colori su bozzetti del pittore Alesso e realizzate dalla Ditta Albano-Macario di Torino); quella sinistra è scandita da pilastri: qui si sviluppa, per metà altezza, una navata laterale (asimmetrica) in cui sono posizionati confessionali e statue votive.
L’area presbiteriale ospita altare e crocifisso realizzati su progetto dell’architetto Enzo Venturelli.
Nel 1995, in occasione del trentennale della parrocchia, è stato realizzato l'adeguamento liturgico, affidato all’architetto Giorgio Raineri.

Il caso di Torino appare esemplare: all’indomani del secondo conflitto mondiale la città è un laboratorio per l’architettura liturgica. Il fenomeno quantitativo è l’espressione di una città che ha quasi raddoppiato il numero dei suoi abitanti, grazie al movimento immigratorio indotto dal grande sviluppo dell’industria meccanica; inoltre col cardinale Michele Pellegrino sembra realizzarsi in via sperimentale la prospettiva aperta dal Vaticano II, particolarmente nel settore della liturgia. Con l’episcopato del cardinale Maurilio Fossati (1930-1965), si pongono le basi per il processo costruttivo che istituzionalmente prende vita nel 1935 con la creazione dell’Opera Diocesana Preservazione della Fede.
Le prime costruzioni si hanno dalla metà degli anni ’50 del Novecento con un incremento tra il 1954-55; le previsioni dei centri di culto su tutto il territorio diocesano si trasformarono in veri piani programmatici nel rispetto del rapporto parrocchia-quartiere.
In questa prima e intensa fase costruttiva, con l’ausilio dei contributi statali, furono realizzati centri religiosi in cui la ricerca architettonica, la sperimentazione di nuovi materiali (tra cui il cemento armato), l’innovazione strutturale e il ricorso a professionalità esperte concorrono alla realizzazione di complessi parrocchiali armonici e allo stesso tempo funzionali.
Il ricorso alla sobria semplicità degli ornamenti è nell’ottica di provvedere al servizio religioso essenziale.
Si tratta di manufatti la cui collocazione è studiata rispetto al progetto dell’intero quartiere di nuova formazione e questo concede loro ancora un’ampia riconoscibilità urbana: si trova la chiesa, la casa canonica, l’oratorio con il cine-teatro, il campanile, il sagrato si apre al quartiere e a volte c’è anche la palazzina destinata all’asilo infantile.
Nelle aule liturgiche è predominante l’impianto longitudinale a navata unica secondo un modello tradizionale.