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Chiesa di Sant'Eusebio
Diocesi di Cuneo ( sec. XIII; XVII; XX )
Via Soprana 4, 12010, Andonno, CN
La costituzione del Comune di Andonno compiutasi nel secolo XIII ha un riflesso anche nel campo ecclesiastico, infatti sul finire del duecento o i primi decenni del trecento viene costituita la Parrocchia di Andonno.
La chiesa viene ricordata nella bolla di Innocenzo IV del 1246 ed è dedicata a Sant'Eusebio, vescovo di Vercelli e martire, campione dell'ortodossia contro l'arianesimo.
La chiesa, così come si presenta oggi, risale al 1600 ad opera del priore don Giovanni Battista Borello (1665 – 1684). Fu lui, con molta probabilità, a far eseguire radicali lavori di restauro che trasformarono l’antica Chiesa parrocchiale nella decorosa Chiesa attuale.
Precedentemente la Chiesa era costituita da due navate, con altare maggiore in pietra, un’icona adorna di pitture antiche, un battistero in marmo, e un piccolo campanile. Nel settecento quest'ultimo fu sopraelevato, venne inoltre scolpito il portale d’ingresso ad opera dello scultore Giovanni Marro di Boves. Nel 1717 il Comune fece saldare il mortaio dell’acqua benedetta.
Nell’ottocento fu costruito il nuovo battistero con coperchio in rame sbalzato e fu realizzata la balaustra in marmo di Valdieri.
Al 1840 risale la Sacrestia, mentre dopo la metà del secolo furono restaurate la facciata e la pavimentazione della Chiesa.
Tra le numerose opere di pregio, la chiesa di Sant'Eusebio conserva due tele di Giulio e Giovanni Battista Bruno anteriori al 1635: la pala dell’Altar maggiore con la Vergine, san Dalmazzo, Sant’Eusebio, San Grato e San Defendente e l’ancona dell’altare del rosario.
Eusebio nacque nel III° secolo in Sardegna e fu uno dei maggiori paladini della lotta contro l’eresia; fu il primo vescovo di Vercelli, consacrato nel 345. A Vercelli fondò un monastero per la vita comune degli ecclesiastici e un monastero femminile. Esiliato a Scitopoli di Palestina dal concilio di Milano nel 355 per essersi opposto alla fazione ariana, patì per sei anni penosi tormenti. Liberato nel 361 rimase a lungo in Asia Minore ad operare come apostolo e come medico. Tornò aVercelli dove morì il 1° agosto 371 logorato dalle sofferenze dell’esilio e dalla fatica dell’apostolato, e per questo gli fu riconosciuto il titolo di martire.
Fin dal 1200 si attesta la ricorrenza della festa di Sant’Eusebio con la celebrazione del 1° agosto, giorno in cui numerosi devoti si riuniscono e celebrano il santo, al quale viene attribuita la virtù di risanare i malati dalla febbre.
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