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Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Diocesi di Torino ( sec. XVIII )
Piazza Vincenzo Boschiassi, 10072 Caselle Torinese, Torino
La storia della chiesa della Confraternita dei Battuti Bianchi, sotto il titolo dei Santi Pietro e Paolo, ha origine nel 1719, quando l’assemblea dei disciplinati decide di erigere una nuova edifico di culto, più ampio e più degno, nel “recinto” dove forse un tempo esisteva una cappella dedicata a San Pietro. I lavori, diretti dalla Confraternita, furono affidati nel 1721 al mastro da muro Giovanni Borriore di Graglia, mentre nel 1722 fu completato anche il campanile. I documenti finora rinvenuti non rivelano il nome dell’architetto, anche se la tradizione orale ipotizza un intervento del canavesano Costante Michela.
La facciata, in stile barocco, è realizzata in mattoni a vista, a due ordini sovrapposti segnati da lesene e cornici, in cui si inseriscono quattro nicchie, forse destinate ad accogliere statue mai realizzate. L’interno presenta una pianta a croce latina, con cupola centrale e un’ampia abside semicircolare destinata ad ospitare i membri della Confraternita.
Originariamente la chiesa presentava solo l’altare maggiore, di cui ancora oggi restano tracce della decorazione a finto marmo che lo impreziosiva. Nel 1760 vennero aggiunti due altari laterali, uno dedicato a Maria Santissima ed uno della Confraternita di Santa Croce.
Risale al 1740 il coro ligneo a due schiere realizzato dal minusiere di Ciriè Bartolomeo Evangelista ed al 1763 il prezioso organo opera dei Concone. Sull’altare maggiore campeggia la settecentesca tela di Gaspare Gotti, inquadrata da una cornice in legno dorato e tre angeli dorati. Realizzata su esplicita commissione nel febbraio del 1721 per la Confraternita dei Battuti, raffigura la Gloria della Croce e riporta la simbologia dell’ordine: la Croce ed i Santi protettori Pietro e Paolo.
L’abside è ornata da preziosi dipinti: il Martirio di Sant’Orsola e la Madonna dei Battuti di autori ignoti, e la Madonna dei Disciplinati o del Suffragio del Molteni. Sull’altare della Confraternita dello Spirito Santo vi si trova l’immagine della Madonna del Latte. Si conserva infine un’interessante collezione di ex voto.
Opere di devozione nella Confraternita dei Battuti Bianchi
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo conserva una ricca serie di opere d’arte che ben esprimono elementi di devozione popolare e della Confraternita.
La Madonna del Latte: pare, stando alla tradizione orale, che l’altare sia stato realizzato come ex voto in ricordo della liberazione di Torino dall’assedio del 1706. L’iconografia della Madonna del latte è molto antica ed ha origine copta durante i primi secoli del cristianesimo. L’opera è artisticamente interessante perché è realizzata in cartapesta, tecnica molto utilizzata nel Settecento. La morbidezza dei personaggi e delle vesti è resa con i delicati toni del rosso e dell’azzurro.
La Madonna dei Battuti: l’opera priva di cornice, fu realizzata appositamente per la Confraternita. Presente già nella chiesa nel 1728, racchiude la simbologia dei Battuti Bianchi: la Croce, i Santi Pietro e Paolo, la Madonna abbigliata col saio bianco della confraternita, col manto aperto in segno di amorevole cura dei confratelli e delle consorelle.
Il Martirio di Sant’Orsola: di autore ignoto, si colloca cronologicamente nel XVIII secolo.
La vicenda di Orsola è conosciuta anche come il martirio delle undicimila vergini.
L’opera illustra il momento in cui il re Unno trafigge il cuore di Orsola con una freccia, intorno ci sono i corpi delle sue amiche già uccise o che lo saranno. Sulla sinistra si intravede la figura di papa Ciriaco, e sullo sfondo le navi usate per il viaggio. In alto il coro degli Angeli attende Orsola e le sue amiche con la palma simbolo di martirio e l'alloro simbolo di gloria. L’opera si inserisce efficacemente nel clima della controriforma, tendente a sottolineare non solo le virtù della Chiesa come unica depositaria della verità ma anche per contrastare l'avanzata del Luteranesimo.
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- port.
- 3494656302
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