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Chiesa di San Secondo

Diocesi di Biella ( sec. XI; XVII; XVIII )

Via Bose, Magnano 13887 (BI)

La chiesa di San Secondo si erge solitaria in un'ampia radura che si incontra poco oltre il crinale della Serra Morenica di Ivrea, non lontana dalla sede della Comunità monastica di Bose, nel territorio del comune di Magnano.
Per la suggestione del sito e per l'eleganza delle sue forme, essa costituisce uno dei più interessanti esempi di architettura romanica tra il Biellese e il Canavese.
La chiesa di San Secondo si eleva nella frazione omonima immersa nella tranquillità dei boschi e prati ed è risalente alla prima metà del XI secolo.
Nel luogo in cui si erge la chiesa dedicata a San Secondo, martire della legione Tebea, esisteva una chiesa più antica, più bassa e a navata unica costruita forse dai benedettini.
Nella prima metà dell'XI secolo la chiesa fu alzata e ampliata sino ad assumere grosso modo l'attuale aspetto.
Caratterizzata dall'impiego di materiali semplici, quali ciottoli e frammenti di laterizi, la chiesa ha un aspetto sobrio ed elegante, con decorazione ad archetti nelle absidi e nelle cornici delle trifore del campanile, edificato alla fine dell'XI secolo in luogo della terza abside.
La struttura architettonica della chiesa, con murature in conci e scapoli di pietra e ciottoli disposti in corsi orizzontali, è quella usuale del romanico popolare, con una semplice facciata a salienti che mostra la suddivisione interna a tre navate.
La navata centrale e quella destra terminano in altrettante absidi di grandezza diversa, dotate di finestre a feritoia marcatamente strombate, decorate da lesene e archetti pensili che corrono sotto la linea di gronda.
Si intuisce come l'absidiola di sinistra sia stata sacrificata dall'erezione della torre campanaria intervenuta in anni successivi.
Il campanile, a cui si è fatto spazio al termine della navata destra, ha un aspetto di grande eleganza, con i riquadri inferiori più compatti, segnati solo da feritoie, mentre i due riquadri più alti sono alleggeriti da eleganti trifore con colonnine e capitelli a stampella.
All'interno della chiesa le tre navate sono divise da rustici pilastri rettangolari con archi a tutto sesto; la copertura è realizzata in capriate lignee. In fondo alla navata destra, sulla parete del campanile, si è conservato un affresco risalente al XIII o XIV secolo raffigurante una Crocifissione con la Madonna e San Giovanni.
Nel 1968/70 viene riportata al primitivo assetto romanico quale esempio tipico di architettura medioevale minore del X-XI sec.
Su un'altura situata sopra l'attuale centro del paese fu realizzato il ricetto, costruito nel 1204 in coincidenza con l'istituzione del borgo franco. Nonostante alcuni rifacimenti, risulta perfettamente conservato l'impianto architettonico del complesso dal quale si gode uno splendido panorama sulla pianura.

La chiesa ha avuto una storia piuttosto tormentata. Le origini risalgono alla prima metà del sec. XI e se ne ipotizza una fondazione benedettina. Costruita in origine quando attorno a essa vi era l'antico borgo di Magnano, perse successivamente la sua rilevanza a partire dalla fine del XIV secolo, quando la popolazione si trasferì più in basso (ove si trova l'attuale comune di Magnano) ed in seguito alla costruzione della Chiesa di S. Marta.
All'inizio del XVII secolo il ruolo di parrocchiale fu assunto quindi dalla nuova chiesa di Santa Marta e non vi era più ragione per conservare l'antica chiesa romanica: fu dunque stabilito, nel 1606, che essa venisse demolita per riutilizzare il materiale edilizio per la nuova chiesa.
I fedeli, tuttavia, si opposero a tale decisione e ottennero che essa rimanesse attiva: si procedette così alla sua sistemazione con aggiunte barocche, secondo il gusto e la cultura del sec. XVII. Nel corso del XIX secolo la chiesa fu nuovamente lasciata decadere. Solo nel 1968 venne deciso dalla Provincia di Vercelli e dalla Sovrintendenza del Piemonte di ristrutturare l'edificio religioso e di restituire a esso l'originario aspetto romanico.

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