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Chiesa di Maria Vergine Assunta

Diocesi di Cuneo ( sec. XVI; XVIII )

Scarse sono le notizie che la documentano: è ricordata per la prima volta nel registro del Vescovo di Torino nel 1386. Viene infatti citata l’“ecclesia S. Maria de Pontebernardo” insieme a quella di Pietraporzio. Bisognerà attendere fino al 1582, anno in cui sarà costituita parrocchia con territorio autonomo.
Pochi anni dopo, la visita apostolica di Mons. Peruzzi la descrive a navata unica, con il tetto a vista, il presbiterio voltato e dipinto, il campanile a vela ma con solo tre altari, i quali versano in pessimo stato tranne quello maggiore.
Nella seconda metà del Seicento e all’inizio del secolo successivo la chiesa si arricchì di altari e preziosi arredi sacri: infatti la visita di Rorengo di Rorà nel 1770 attesta sette altari e la volta è intera. Si propone inoltre l’edificazione di un nuovo campanile in sostituzione di quello danneggiato dai Gallo-Ispani nel 1744. Verso la fine dell’Ottocento sono infine decorate la volta e alcune pareti laterali, inoltre vengono realizzate due piccole navate.
Si noti in esterno il campanile sul cui fronte principale è inserita una lapide la cui iscrizione ricorda la nuova edificazione a seguito dei danneggiamenti settecenteschi.

La facciata ha impostazione classica e al di sopra del portale d’ingresso si trova un affresco che ritrae la Vergine Assunta.
L’interno è costituito da una piccola pianta basilicale a tre navate.
Gli altari che conservano opere di maggior pregio sono: nel lato sinistro quello delle Anime, in cui la tela attribuita a L. Gastaldi raffigura Vergine Addolorata con Figlio morto affiancato da San Giovanni Battista e Sant'Agostino (?), nell’angolo inferiore compare un realistico ritratto a mezzo busto del donatore.
Segue l’altare del Rosario del 1672 il cui tabernacolo ligneo reca un calice con ostia e le figure di San Rocco e di una Santa.
Nella navata di destra si osservi la bella tela (datata 1664) dell’altare di Sant’Anna e San Giuseppe che raffigura Vergine con il Bambino tra Sant'Anna, San Pietro, San Giuseppe e Michele, San Giovanni Battista ed Evangelista, tutti sorreggenti la Sindone.
Segue l’altare dedicato ai Santi Sebastiano e Rocco, nella cui tela centrale (1680-90 circa) sono raffigurati l’Incoronazione della Vergine da parte del Figlio e del Padre Eterno, nel basso una veduta di Pontebernardo tra i Santi Sebastiano e Rocco.
Ai lati del presbiterio si trovano due tele tardo settecentesche che raffigurano Santa Teresa di Chantal e Santa Teresa d’Avila: il culto di queste due sante è piuttosto inusuale per la collocazione occupata, in genere infatti al loro posto si trovano raffigurazioni eucaristiche o dei principali misteri liturgici. La loro presenza è tuttavia da mettere in relazione con numerose copie degli scritti di entrambe le sante presenti nella biblioteca parrocchiale. Sempre nel presbiterio, in armadi a muro, sono esposti vasi sacri e reliquiari parte del progetto “Un tesoro diffuso”.
A Pontebernardo era presente una società religiosa assai rara: quella dei Cinturati, sita presso l’altar maggiore della Madonna Assunta. Gli aderenti si rifacevano ad una visione avuta da Santa Monica, madre di Sant’Agostino, a cui la Madonna apparve vestita di nero, con ai fianchi una semplice cintura di cuoio. Nella visione la Vergine esortò Monica ad abbigliarsi in maniera simile, assicurandole che quanti l'avessero imitata avrebbero avuto garanzia della sua protezione e consolazione.
Un altro filone devozionale si collega a san Tommaso, che, non presente al momento della morte di Maria e del suo transito celeste, trovò nella tomba di Maria solo più la cintura, divenuta una delle contese reliquie della Madonna. Questa devozione venne spesso unita al suffragio per i defunti: la cintura di Maria è strumento a cui si aggrappano le anime del Purgatorio per salire in Paradiso.

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