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Chiesa dei Santi Nazario e Celso

Diocesi di Vercelli ( sec. X; XIII; XIV )

Via Roma, 13030 Quinto Vercellese

La chiesa compare già nel sinodo vercellese del 964 d.C. indetto dal Vescovo Ingone. All’originale chiesa pre-romanica, edificata con materiali di recupero ancora oggi individuabili in facciata, venne aggiunta in epoca romanica la navata sinistra ed in seguito la navata destra in epoca gotica. L’esame del sottotetto permette di conoscere la forma primitiva ad aula della chiesa: sopra la volta della navata centrale si ritrovano infatti i resti del muro perimetrale originale. L’interno risulta dunque asimmetrico ma conserva un eccezionale impianto decorativo ad affresco.
Le fasi costruttive sono ben visibili in facciata dove la porzione della navata centrale ben riconoscibile come la parte più antica della chiesa costruita in mattoni rossi, frammenti di marmo, cocci, tegole e pietre di fiume disposte a spina di pesce. Il portale centrale è invece di epoca successiva, forse rinascimentale, sormontato da una trifora e due finestrelle cieche in tufo. Il campanile che completa la planimetria è costruito nel 1466 e collocato in prosecuzione con la navata destra; a giudicare dalle caratteristiche delle aperture esso probabilmente sostituì o integrò un campanile di epoca romanica.
Le prima attestazioni estremamente importanti per la parrocchiale di Quinto sono le visite pastorali del 1573-76 le quali riferiscono di una navata centrale senza il soffitto; si desume quindi che la data 1589, riportata su una delle vele, faccia riferimento agli stessi interventi di ricostruzione della volta.

Nazario (o Nazaro) e Celso appartengono a quella schiera di santi martiri, dei primi secoli della cristianità, dove purtroppo sono scarse e incerte notizie storiche.
Nazario (cittadino romano) era figlio di un pagano e di una cristiana. Il padre voleva farne un sacerdote degli dei, ma la madre riuscì ad ottenergli il battesimo (secondo un altro racconti fu discepolo di Pietro e ricevette il battesimo dal futuro papa Lino).
Messosi subito a predicare la fede cristiana, venne accusato davanti all’imperatore ma riuscì ad allontanarsi da Roma e a rifugiarsi a Milano, e poi aCimiez, presso Nizza, dove una donna gli affidò il proprio figlio Celso, con il quale si recò a Treviri, in Germania.
Qui avrebbero subìto numerose persecuzioni e sarebbero stati arrestati ma, tuttavia, Nazario, quale cittadino romano, non fu torturato ma venne inviato a Roma per un regolare processo. In seguito al rifiuto di entrambi di a rinnegare la propria fede vennero imbarcati su una nave che doveva portarli al largo e gettarli in mare.
La leggenda vuole che, gettati in mare, si misero a camminare sulle acque; si scatenò allora una tempesta che terrorizzò i marinai, i quali chiesero aiuto a Nazario. Le acque si calmarono immediatamente e la nave infine approdò Genova; da qui Nazario e Celso proseguirono la loro opera evangelizzatrice fino a Milano dove vennero arrestati e nuovamente condannati a morte dal prefetto Antolino. La sentenza fu eseguita per decapitazione nell'anno 76.
Il loro ricordo si perse fino al ritrovamento dei corpi da parte di S. Ambrogio, che ne diffuse il culto.
La rappresentazione dei due martiri è abbastanza frequente, specialmente nel territorio della diocesi di Milano. Nazario, più anziano, è raffigurato in genere con la barba, mentre Celso in età giovanile. Talvolta indossano abiti militari e recano in mano la spada con la quale furono decapitati e la palma del martiri

Link esterni
Accessibilità
Lun-Sab chiuso
Dom 10:00 - 13:00

chiesa parrocchiale

Il bene sarà visitabile negli orari indicati salvo celebrazioni liturgiche

Lun-Dom -

Info

cattedrale
Cattedrale di Vercelli
diocesi
Vercelli
tipologia edificio
Chiese e comunità parrocchiali
indirizzo
Via Roma, 13030 Quinto Vercellese
tel
0161274160

Servizi

accessibilità
parziale
accoglienza
sconosciuto
didattica
sconosciuto
accompagnamento
sconosciuto
bookshop
sconosciuto
punto ristoro
sconosciuto

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