Chiese a porte aperte Share Tweet il mio itinerario ?
Chiesa di San Vincenzo
Diocesi di Biella ( sec. XII; XVIII; XIX )
45.518664, 8.209619
La chiesa di San Vincenzo di Mottalciata ha origini romaniche, ma fu interamente demolita a partire dal 1748 per far posto alla costruzione attuale. Le prime testimonianze in nostro possesso risalgono alla Vis. Past. del XVI sec. e ci descrivono una chiesa a tre navate. Il catino absidale doveva essere completamente affrescato e in testa alle due navate laterali dovevano essere presenti due altari rispettivamente dedicati alla Beata Vergine e a San Nicola. Risale al 1573 anche il primo riferimento alla tavola dipinta di scuola vercellese raffigurante "La Madonna col Bambino tra i Santi Vincenzo e Giovanni Battista", oggi conservata in una nicchia del presbiterio secondo l'assetto settecentesco.
Per tutto il XVI secolo proseguono i lavori e solo nel 1600 la chiesa antica viene ultimata nel suo complesso. In quest'epoca l'altare di San Nicola viene dedicato alla SS. Trinità. Nel corso del XVII secolo, nonostante proseguano i vari lavori all'interno, la chiese vive un periodo di declino determinato anche dal progressivo abbandono da parte della popolazione perché troppo lontana dal nuovo centro abitato. L'edificio sacro è ripetutamente preda dei ladri e dei vandali, che in più occasioni lo spogliano degli oggetti preziosi ivi conservati.
Nonostante tutto si continua a dotare l'antica chiesa di vari oggetti di valore, alcuni dei quali ancora esistenti, come il confessionale o i più tardi pulpito e battistero. Nel 1674 mastro Rolino scolpisce gli stalli e la cattedra del coro.
Il confessionale in legno di noce massello, è opera del mastro Carlo Trabucco di Mosso e datato 1679 come attestano, oltre le note di pagamento, le iniziali dell'artista e la data intagliati nella porta centrale. Al centro di questa campeggiano le chiavi di San Pietro intrecciate nella stola del confessore e sormontate dal nodo dei Savoia a sottolineare il rapporto delle famiglie locali con i sovrani.
La chiesa antica, romanica come il campanile, fu completamente rifatta tra il 1740 e il 1781. Era a tre navate, bassa di volta, ridotta in così cattivo stato che nel 1771 si dovevano sostenere le volte con i pali di legno.
Aveva un altare maggiore in muratura, anch'esso sgretolato, con tabernacolo di legno e due altari laterali, dedicati alla Madonna del Rosario e alla SS. Trinità, più un terzo, a forma di cappella, in fondo alla chiesa, detto del Suffragio.
Nel 1573 era ancora senza volta e senza pavimento, che furono costruiti solo prima del cader del secolo e sull'altare maggiore si ergeva il catino absidale ornato di affreschi ( A.C.A.V. Vis. Past. 24-VIII-1573).
La chiesa aveva due entrate: una nella facciata e l'altra verso settentrione e sette finestre.
Il Cimitero, fino al 1935, epoca in cui si costruì l'attuale, fu sempre sul piazzale , al lato destro della chiesa , dove ancor oggi esistono molte sepolture.
Il Campanile, imponente mole romanica del sec. XII diviso a riquadri con archetti decorativi e che nel 1725 ebbe rifatta la parte superiore nello stile del tempo, era allora staccato dalla chiesa. Stante lo stato così miserando e il continuo pericolo di rovinare del tutto, nel 1686 i capifamiglia avevano deciso di rifare completamente la chiesa. Li spingeva a ciò anche la scomodità di questa chiesa, la quale, in seguito allo spostamento dell'abitato verso la collina, era rimasta isolata in mezzo alla campagna e molto distante dalle case.
Il parroco D. Bajs aveva in parte risolto la situazione abitando nella casa del cappellano presso l'oratorio di S.Rocco e celebrando le funzioni parrocchiali in quest'oratorio (Vis. Past. 13-VIII-1686).
Nel 1699 non essendosi ancora fatto nulla , i capi-famiglia decidevano di ricostruire l'oratorio di S.Rocco in forme più ampie e ivi trasportare la chiesa parrocchiale, e a tal fine il 20-III-1700 i conti Frichignono di Castellengo avevano donato una pezza di terreno adiacente all'oratorio per facilitare il detto ampliamento. Ma anche questa volta non si approdò a nulla.
Troviamo nell'A.P. una supplica alla curia di Vercelli con risposta affermativa del 19-X-1715, in cui il parroco faceva richiesta del debito permesso per porre la prima pietra della nuova chiesa parrocchiale, da costruirsi vicino " le habitationi dei suoi Parrocchiani".
Si fece però un nuovo buco nell'acqua, perché verso il 1740 il parroco e gli amministratori parrocchiali, accogliendo il voto unanime della popolazione, decidevano di abbattere la chiesa e ricostruirla nello stesso luogo, con madornale sbaglio di continuare quella scomodità prima lamentata e che oggi è causa di gravi inconvenienti per il bene della popolazione.
L'ultimo restauro risale all'anno 1995. Progettista dell'intervento fu l'arch. Sergio Farassini di Biella.
Deposizioni Costruttive
Il coro e la sacrestia vennero eretti per primi mentre il corpo della chiesa venne costruito tra il 1772 ed il 1776. Questa localizzazione cronologica trova riscontro nelle diverse tipologie costruttive dell'opera: il coro, con volta a quarto di sfera con costolature superiori, e la sacrestia , con una bella volta emisferica, si differenziano dalla navata dotata di una più semplice, seppur notevole, copertura a botte. Nella parete esterna della sacrestia, verso l'antico cimitero, furono inseriti due resti di affreschi rappresentanti un Cristo deposto e la data "1518 die XI s..." provenienti sicuramente dalla chiesa vecchia.
Altre vestigia della chiesa romanica si trovano nelle parti basse del campanile con con murature a lisca di pesce di notevole spessore (fino a m. 1,50). La facciata è ornata da un pronao neoclassico.
L'intera opera venne decorata con pitture e stuccature nel 1781.
L'interno è dotato di un prezioso altare decorato con marmi pregiati su una struttura in muratura di mattoni e di una balaustra in marmo rosso, scolpito da Apollonio Colombara (1779-1780). All'esterno della chiesa, in alcuni angoli del perimetro, sono murate alcune pietre incavate, notevoli per la loro proporzionata semplicità, probabilmente vestigia del tempio romanico preesistente.
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