Chiese a porte aperte Share Tweet il mio itinerario ?
Chiesa Nostra Donna di Loreto
Diocesi di Asti ( sec. XIX )
Piazza Vittorio Emanuele, 14055 Costigliole d'Asti
La chiesa parrocchiale della parrocchia di Nostra Donna di Loreto in Costigliole d’Asti è stata realizzata sul sedime di due precedenti chiese, una romanica già documentata nell’XI sec ed una rinascimentale barocca del XVI sec; quando quest’ultima nel 1811 crollò improvvisamente per infiltrazioni d’acqua, lasciando intatte solo le mura del coro e della sacrestia da poco rinnovate, il parroco mons. Lorenzo Pola, con l’aiuto della municipalità e della popolazione, affidò all’architetto comasco Carlo Ceroni la progettazione dell’attuale chiesa che fu benedetta l’11 novembre 1816. Gran parte del materiale utile alla ricostruzione venne sottratto dai resti del convento seicentesco in località Tinella, sede sino al 1787 dei frati minori di San Francesco da Paola.
Le ricche decorazioni furono realizzate in gran parte sotto la reggenza del parroco mons. Giuseppe Serratrice (dal 1823 al 1869). La chiesa, a seguito di importanti lavori di restauro, è stata consacrata il 17 luglio 1956 da Giovanni Ferro, originario di Costigliole ed arcivescovo di Reggio Calabria. La facciata neoclassica riprende con i tre accessi la distribuzione interna a tre navate; la facciata è tripartita, a due ordini sovrapposti ed è scandita da colonne e paraste con elementi dell’ordine tuscanico. Il portale di accesso principale è architravato con frontone triangolare ed è sormontato da un rosone centrale circondato da un cartiglio geometrico.
Lo svettante campanile completato negli anni Trenta del Novecento è dotato di un concerto di otto campane, tra i più grandi dell’astigiano, campane installate nel 1958.
All’interno la navata centrale è scandita da un ordine gigante di colonne e paraste con capitello composito, è perimetrata da un cornicione balconato con ringhiera di fine Ottocento ed illuminata da finestroni ovali decorati da cartigli geometrici.
La volta della navata centrale è stata affrescata, tra il 1814 e il 1815, dal pittore vigezzino Lorenzo Peretti (1774-1851) ed è stata restaurata da Carlo Frascaroli di Alessandria negli anni 1953-1956 che aggiunse gli ovali nelle lunette dei finestroni con oggetti e simboli sacri. L’altare maggiore, del 1718, disegnato da Filippo Juvarra, è dono dei marchesi Asinari di San Marzano, come testimoniano gli stemmi in marmo bianco posti ai lati del paliotto.
Le navate laterali, con elementi dell’ordine tuscanico, hanno cupolino ellittico e cappelle laterali, sono impreziosite da affreschi di L. Perretti - Entrata di Gesù a Gerusalemme; Ultima Cena; Gesù e l’adultera; la Resurrezione di Lazzaro - tele ad opera di L. Peretti - Immacolata Concezione e i Santi Giuseppe, Giovanni Evangelista, Ignazio di Loiola e Francesco Saverio; Compianto su Cristo morto; Spirito Santo e i Santi Giovanni Battista, Caterina d’Alessandria, Lorenzo e Anna; Anime del Purgatorio e da tele ad opera del pittore astigiano Michelangelo Pittatore - Sacrificio d’Isacco; gli ovali di San Francesco d’Assisi e Santa Chiara; Cena in Emmaus; gli ovali di Carlo Borromeo, Filippo Neri, Francesco di Sales e San Vittorio; gli ovali di Sant’Anna con la Madonna e San Giuseppe.
Si segnalano inoltre in controfacciata, sulla tribuna, l’organo del 1823 ad opera di Carlo Bossi di Bergamo, capostipite di una tra le più illustri famiglie organare d’Italia, la Via Crucis, datata 1901, firmata da Luigi Morgari (1857-1935) e la statua della Madonna Immacolata, attribuibile allo scultore torinese Ignazio Perucca (metà del XVIII secolo).
Dietro l’altare maggiore si ammira una preziosa opera d’arte raffigurante la titolare della chiesa, la Vergine di Loreto tela dipinta a Roma nel 1720 da Prospero Clori, mosaicista, commissionata dai conti Verasis e realizzata su disegno dell’architetto Filippo Juvarra (1678-1736).
Giovanni Paolo II, ora santo, riferendosi alla Santa Casa di Loreto diceva: “Quello Lauretano è un Santuario mirabile. In esso è inscritta la trentennale esperienza di condivisione, che Gesù fece con Maria e Giuseppe. Attraverso questo mistero umano e divino, nella casa di Nazaret è come inscritta la storia di tutti gli uomini, poiché ogni uomo è legato ad una ‘casa’, dove nasce, lavora, riposa, incontra gli altri e la storia di ogni uomo, è segnata in modo particolare da una casa: la casa della sua infanzia, dei suoi primi passi nella vita.”
Le origini dell’antica e devota tradizione della traslazione della Casa dalla Palestina a Loreto, risalgono al 1296, quando, in una visione, ne era stata indicata l’esistenza e l’autenticità ad un eremita, fra’ Paolo della Selva e da lui riferita alle Autorità. Ciò ci è narrato da una cronaca del 1465, redatta da Pier Giorgio di Tolomei, detto il Teramano, che a sua volta l’aveva desunta da una vecchia ‘tabula’ consumata, risalente al 1300. Si riportano alcuni passi più significativi, che poi sono stati tramandati nelle narrazioni, più o meno arricchite nei secoli successivi; “L’alma chiesa di santa Maria di Loreto fu camera della casa della gloriosissima Madre del nostro Signore Gesù Cristo… La quale casa fu in una città della Galilea, chiamata Nazaret. E in detta casa nacque la Vergine Maria, qui fu allevata e poi dall’Angelo Gabriele salutata; e finalmente nella stessa camera nutrì Gesù Cristo suo figliuolo… Quindi gli apostoli e discepoli consacrarono quella camera in chiesa, ivi celebrando i divini misteri… Ma dopo che quel popolo di Galilea e di Nazaret abbandonò la fede in Cristo e accettò la fede di Maometto, allora gli Angeli levarono dal suo posto la predetta chiesa e la trasportarono nella Schiavonia, posandola presso un castello chiamato Fiume (1291). Ma lì non fu affatto onorata come si conveniva alla Vergine… Perciò da quel luogo la tolsero nuovamente gli Angeli e la portarono attraverso il mare, nel territorio di Recanati (1294) e la posero in una selva di cui era padrona una gentildonna chiamata Loreta; da qui prese il nome la chiesa: ‘Santa Maria di Loreta…”. Per il gran numero di gente, purtroppo succedevano anche ladrocini e violenze, per cui continua il racconto, gli Angeli la spostarono altre due volte, sempre per gli stessi motivi, depositandola alla fine sul colle, nella notte del 9-10 dicembre 1294, dove si trova attualmente.”
fonte: http://www.santiebeati.it/dettaglio/80900
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