Chiese a porte aperte Share Tweet il mio itinerario ?
Cattedrale di San Donato
Diocesi di Pinerolo ( sec. X; XV; XIX )
Vicolo Parrocchiale 11, 10064 Pinerolo (TO)
Risale al 1024 l’istituzione di un collegio di canonici in Pinerolo per mano del vescovo di Torino Landolfo, il che lascia presupporre l’esistenza di una chiesa. Tuttavia la prima vera citazione dell’attuale duomo risale al 14 marzo 1044, quando il marchese Enrico di Monferrato e la contessa Adelaide donavano alla chiesa di San Donato tre mansi situati nel luogo di Pinerolo. Nei diplomi del 26 ottobre 1078 la stessa Adelaide, e la sorella Agnese, donano al monastero di Abbadia le collegiate di San Maurizio e San Donato, azione lodata e confermata dal vescovo di Torino Cuniberto, che tra l’altro era prevosto delle medesime chiese.
La costruzione originaria, già a tre navate, e verosimilmente in stile romanico lombardo, all’inizio del Quattrocento veniva rimaneggiata in forme gotiche, probabilmente per volontà della potente corporazione dei mercanti di lana. A partire dal 1371 è documentato un portico addossato alla facciata della chiesa, sotto il quale si rogavano atti pubblici, e che a fine XV secolo lasciava il posto a una nuova campata della chiesa, la cui nuova facciata veniva ricostruita con angolo svirgolo a nord per non farla aderire ai vicini portici della piazza. Da quella parte sono ricordati, fin dal 1349 le case del prevosto e dei canonici, e fin dal 1391 un chiostro loro addossato, tutto demolito entro l’inizio del XVII secolo per lasciar posto alla nuova ampia cappella del Rosario, e all’ampliamento del cimitero, quest’ultimo già citato fin dal 1192, e occupante gran parte della piazza presso il campanile. La torre campanaria, costruita a partire dal 1420, nel 1543 veniva ultimata con un coronamento merlato. Infine, la vecchia sacrestia si trovava a sud dell’abside già nel 1456, e veniva ricostruita verso il 1509 per mano del prevosto Baldassarre Bernezzo, il cui monumento funebre antropomorfo è conservato presso l’adiacente cappella dei Magi.
Nel 1748, con l’istituzione della Diocesi di Pinerolo, il titolo di cattedrale viene tolto alla chiesa abbaziale del Monastero di Abbadia, e attribuito alla collegiata di San Donato: nel periodo 1766-78 si realizzavano imponenti lavori di restauro che trasformarono la chiesa in stile barocco, per volontà del primo vescovo, mons. D’Orlié de St-Innocent, che in questo modo pone un evidente segno di cesura col passato. Aderendo a tale gusto, si rendono le colonne squadrate, e ribassate le volte delle navate; e nel 1781 si rimodella l’altar maggiore in marmo, disegnato da Gerolamo Buniva, con araldica sabauda ad indicare l’importante contributo di Vittorio Amedeo III di Savoia. All’esterno, presso il cimitero che rimarrà in piazza non oltre il 1826, la torre campanaria viene rialzata con l’aggiunta degli otto arconi, costruiti nel 1763 dal Comune. Mentre la vicina sacrestia, danneggiata durante il bombardamento del 1693, veniva riedificata e ampliata tra il 1712 e l’anno successivo, per opera del canonico Gioan Domenico Belli.
La chiesa, già provata dal terremoto del 1808, veniva integralmente restaurata a fine secolo secondo i criteri dell'epoca, che prevedevano il recupero dell’originaria struttura gotica dell’edificio, con estesissime ricostruzioni. A partire dal 1885 vi lavorava Melchiorre Pulciano il quale, dopo la realizzazione della nuova facciata con l’aggiunta nel 1887 di nuovi particolari in terracotta che si ispirano alle decorazioni degli edifici medievali presenti in città, minacciava dimissioni per divergenze col vescovo circa l’eccessiva libertà di quest’ultimo nel voler inserire novità nella struttura originaria del tempio, snaturandolo. Tuttavia non avrebbe abbandonato il cantiere, rallentando però i lavori al lato nord, dove all’indomani di un sofferto compromesso si costruivano le tre cappelle e l’ingresso laterale. Proseguì con maggior velocità e aderenza alle intenzioni del vescovo l'ingegnere pinerolese Stefano Cambiano, che tra il 1902 e il 1905 realizzava le cappelle del lato sud, e tutta la zona absidale dove si fabbricava una nuova sala capitolare al posto della vecchia sacrestia, ed una nuova sacrestia nell’angolo nord-est, quasi sotto il campanile.
Durante le operazioni di asportazione delle sovrastrutture barocche interne, l’apparato decorativo medievale risultò non recuperabile, perciò si rese necessaria una ri-decorazione complessiva della chiesa.
Le decorazioni pittoriche dell’interno, che rappresentano episodi biblici ed evangelici, con immagini di santi su ogni colonna, vennero commissionate durante l’episcopato di mons. Chiesa ai pittori Giuseppe Rollini ed Alessandro Vacca, attivi soprattutto nel cantiere del Borgo Medievale di Torino, che le realizzarono tra il 1887 e il 1892. Sono inoltre presenti dipinti di Enrico Reffo ed Edoardo Calosso.
Di particolare rilievo alla prima colonna della navata destra, un frammento di affresco del XV sec. raffigurante il beato Pietro di Lussemburgo.
Il coro è adornato da una serie di stalli lignei del 1689, completi di gigli di Francia, e da un leggio con aquila bicipite e delfini donato dal canonico Belli nel 1690.
La sistemazione dell'area presbiteriale del duomo di Pinerolo ha inizio negli anni ‘60 del Novecento, durante l'episcopato di mons. Santo Quadri. Si realizzò un primo adeguamento seppure provvisorio utilizzando, per la mensa, rivolta verso il popolo, e per l'ambone-leggio, alcune parti lignee della ridimensionata cattedra episcopale risalente al vescovo Rossi. Nell’ambito di questo intervento si eliminarono la balaustra marmorea e si rimosse il baldacchino sospeso sopra la volta dell'altare maggiore.
La decisione che portò alla sistemazione attuale dell'area presbiteriale risale al 1999 per volontà del vescovo Pier Giorgio Debernardi. Lo studio dell'area presbiteriale viene affidato all'architetto Antonio Vincenti di Milano e la concezione dei tre elementi scultorei (mensa, ambone e cattedra) a Mario Rudelli. Le opere sopra menzionate vengono realizzate, nel 2001, in marmo rosa di Asiago e rappresentano nella catechesi iconografica "i Sacrifici di Abele, di Abramo, di Melchisedech" per la mensa, "Cristo buon pastore" e "il mandato degli Apostoli" per la cattedra, "l'Angelo della Risurrezione" per l'ambone.
Le cappelle della navata sinistra sono, a partire da quella absidale: del Santissimo Sacramento (di patronato comunale), della Madonna del Buon Consiglio, della Madonna del Rosario, del Crocifisso. Le cappelle della navata destra sono, a partire da quella absidale: dei Tre Re, del Sacro Cuore, di San Giuseppe, del Battistero (con vasca già ricordata nel 1518).
L’organo collocato su tribuna lignea in controfacciata è un Vegezzi-Bossi del 1919, nel quale sono riutilizzati alcuni pezzi del precedente organo Collino. Nella navata destra è stato recentemente (2006) collocato un organo positivo, proveniente dal castello di Collegno e concesso in uso alla Cattedrale dalla famiglia Guidobono Cavalchini. Lo strumento, della prima metà del XVIII secolo, è di autore anonimo (ipotesi di attribuzione a Giuseppe Calandra).
La cripta dei vescovi, costruita nel 1963 e situata sotto il pavimento antistante la cappella dei Tre Re, è visibile attraverso una lastra di cristallo.
La festa patronale di San Donato, vescovo di Arezzo e martire, si celebra nella cattedrale l’ultima domenica di agosto.
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©Foto Paolo Crespo, ©Foto Remo Caffaro
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