La chiesa di San Vincenzo Martire è citata per la prima volta in un protocollo del 1312 del vescovo di Torino Tedisio. Gli scavi archeologici eseguiti nel 1984, in occasione della posa del nuovo pavimento, hanno evidenziato l’esistenza di un edificio romanico di più ridotte dimensioni, datato tra l’XI ed il XII secolo. L’attuale chiesa parrocchiale insieme all’imponente campanile furono eretti nel 1678 sul sito di quella antica. Nei primi anni del 1900 si mise mano ad un grande cantiere di lavori di ampliamento e restauro che portarono San Vincenzo alle dimensioni odierne.
La facciata è ornata dalle statue del patrono san Vincenzo con i santi Rocco, Sebastiano, Grato e Vito, ai quali sono dedicate le cappelle sorte nel capoluogo lungo i secoli.
L’impianto interno è a croce latina e sulla navata si affacciano sei altari laterali. Le decorazioni delle volte e l’impianto architettonico si riconducono all’età barocca, mentre l’imponente altare maggiore è frutto di un acquisto di inizio Novecento dalla chiesa di San Dalmazzo in Torino.
I due altari che affiancano il transetto, datati al XVIII secolo, sono dedicati alla Madonna del Rosario e alla Santa Croce. Quest’ultimo ospita un sacrario dove è esposta una collezione di reliquie e una statua policroma del Cristo deriso. Gli altri quattro altari laterali lignei, anch’essi settecenteschi con successivi aggiornamenti, sono dedicati alla Madonna del Suffragio, Sant’Antonio Abate, San Giuseppe e all’Immacolata Concezione di Maria.
Tra le numerose statue processionali si conserva un’opera settecentesca raffigurante la Madonna Addolorata, attribuita a Stefano Maria Clemente.
Nel 2006 la chiesa di San Vincenzo ha vissuto il crollo del campanile seicento, alto più di 40 metri. A seguito di questo evento anche una parte della chiesa è stata danneggiata. I lavori di ricostruzione a cura della parrocchia hanno permesso la riapertura al culto nel gennaio 2011, mentre la ricostruzione del campanile a cura del Comune è stata terminata nel settembre 2021.